Caratteristiche:
Il verme di rimini è un anellide robusto la cui lunghezza può raggiungere i tre metri per un diametro di due centimetri. Ha colorazione rosso/violacea iridescente sui fianchi e sul ventre. Possiede un apparato boccale dotato di tenaglie aguzze e taglienti.
Habitat: Questo verme è presente nei fondali rocciosi e in prossimità di alghe e fango. Scava una tana a forma di U nella quale si nasconde per poi uscire per cibarsi di piccoli crostacei e organismi marini.
Reperibilità in natura:
In Italia è presente nelle zone costiere del Tirreno dove viene catturato con un sistema ingegnoso: individuato il foro d’ingresso della sua tana viene messo del materiale organico in decomposizione che lo attirerà fuori. Appena il verme mette la testa fuori dal foro viene intrappolato con un laccio e tirato fuori delicatamente.
Spesso, al laccio, viene agganciato un galleggiante per esercitare una trazione lenta e continua.
Un altro sistema è quello di attirarlo all’interno di una cassettina, una vera e propria trappola. Una volta dentro verrà chiusa e il verme è catturato.
Reperibilità in commercio:
Viene venduto a peso in pezzi che variano dagli 80 ai 200 grammi, nei negozi di articoli per la pesca, conservato in una scatola di polistirolo. La confezione sarà sempre con un unico esemplare poiché il verme di rimini è ermafrodita e ha la tendenza al cannibalismo.
Conservazione:
Dopo l’acquisto è consigliato riporlo in una bacinella bassa e larga, contenente acqua di mare, e mantenerlo ad una temperatura che oscilla tra gli 8 e i 12 gradi. Questo verme riesce a sopravvivere anche se già tagliato, partendo dalla coda, anche per diverso tempo. E’ importante sostituire l’acqua frequentemente per mantenerlo vivo e rimuovere immediatamente le parti morte.
Stagionalità d’impiego:
E’ una esca che può essere impiegata tutto l’anno
Sistemi di pesca e specie ittiche interessate
Il verme di rimini è una esca abbastanza selettiva, pescando dalla spiaggia possiamo insidiare i saraghi e le orate. Utilizzandolo dalla barca, in fondali misti, è possibile catturare pagelli, pagri e qualche dentice.
L’attrattiva di questo anellide è data dalla scia odorosa rilasciata dai fluidi interni che perde dopo essere stato innescato e dalla fluorescenza naturale. La sua buona consistenza consentono un innesco di buona durata.
Innesco
Nonostante sia un verme di notevoli dimensioni, il rimini si spezza con facilità effettuando una delicata pressione nel punto in cui desideriamo dividerlo. E’ assolutamente necessario iniziare dalla coda per mantenere vivo l’anellide. Facciamo attenzione alla testa, un morso di questo esemplare può causare molto dolore.
Appena staccata una porzione di 2-4 centimetri è opportuno asciugarla in una pezza per renderla rigida. E’ possibile innescarlo con l’inserimento a calza sull’amo se utilizziamo pezzetti di piccole dimensioni oppure con l’ausilio di ago da innesco per porzioni più grandi. In quest’ultimo caso consiglio di assicurare l’esca con un paio di giri di filo elastico poiché il pezzetto di esca tenderà a scivolare e “rannicchiarsi” in prossimità dell’amo.
Considerando i pesci che proveremo ad insidiare, l’amo sarà un robusto beck della misura variabile dal numero 1 al numero 4
[Modificato da Fabio.Spinoso 08/12/2016 19:55]